lunedì 21 marzo 2011

Offside

di Jafar Panahi (in sala dall'8/04/2011). Il film di Panahi è del 2006, anno in cui vinse anche l'Orso d'Argento al Festival di Berlino. Arriva nelle nostre sale cinque anni dopo (meglio tardi che mai...) e spero non soffrirà di una pessima distribuzione. Il regista si è sempre astenuto dall'entrare nei grandi giochi di mercato e ha perseguito fedelmente un suo modo personalissimo di fare cinema, denominato anche "neorealismo iraniano". Panahi nei suoi film, lavora e indaga la "materia umana", con uno sguardo attento alla "questione femminile" in Iran. Lo aveva fatto nel 2000 con Il Cerchio, film che vinse il Leone d'Oro a Venezia e raccontava il dilemma esistenziale-sociale delle donne iraniane, e lo riprende in maniera incredibile con questo lavoro. Offside racconta uno dei tanti divieti in vigore in Iran oggi, ovvero l'impossibilità per le donne di andare allo stadio. Siamo all'ultima partita che consentirà all'Iran di qualificarsi ai mondiali, tutti vorrebbero esserci, ma a una buona fetta della popolazione è vietato: le donne, appunto. Molte ragazze tentano di camuffarsi da maschi: alcune riescono a passare, mentre altre vengono riconosciute e quindi fermate dalla Polizia. Il film di Panahi inizia raccontando il tentativo di una di queste ragazze di fuggire ai controlli e continua quando questa viene scoperta e quindi messa insieme ad altre "prigioniere" in una sorta di gabbia improvvisata fuori dallo stadio. Non bisogna immaginarsi una pellicola triste però: le ragazze del film sono vive, scherzano tra di loro, chiacchierano con le guardie e danno loro esempio di umanità e gioia, tifano per un Paese in cui credono nonostante tutto, hanno la sfrontatezza di tutti i giovani e l'entusiasmo nell'essere convinte che anche per loro il futuro sarà diverso, se iniziano a mettersi in gioco in prima persona. Panahi ci dà una grande lezione morale e civile, mostrandoci un piccolo gruppo di donne disposto a tutto pur di vivere il proprio tempo e ciò che amano (in questo caso il calcio), dimostrandoci come la privazione di qualcosa a volte voglia dirne la conquista e come spesso (senza finte sbrodolature melodrammatiche) non ci accorgiamo, nelle nostre piccolezze quotidiane, che potrebbe arrivare un giorno in cui ciò che diamo per scontato potrebbe non esserlo più. A metà tra fiction e documentario (infatti è stato girato davvero durante una partita di calcio - con tutti i problemi del caso per ottenere permessi), Offside è un film intelligente, divertente e da vedere.
VOTO: 7½

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