martedì 22 marzo 2011

Non Lasciarmi

di Mark Romanek (in sala dal 25/03/2011 - ENGL. Never Let Me Go). Tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro (che purtroppo non ho letto e fatto in tempo a leggere prima di vedere questo film), Non Lasciarmi è un film di una bellezza struggente. Poco ci avrei creduto leggendo che dietro alla macchina da presa c'era quel Mark Romanek "né carne né pesce" che a parte videoclip (da Madonna a Michael Jackson), aveva fatto film "vade retro" come One Our Photo. Beh... Romanek ci ha stupito, mettendo in scena un film tanto drammatico e psicologicamente violento nella trama, quanto delicato, composto e poetico nella sua messa in scena. Aiutato dalla straordinaria fotografia di Adam Kimmel (Lars e una Ragazza Tutta Sua, Truman Capote: A Sangue Freddo) e dalle scenografie che passano di continuo dal claustrofobico-austero allo sconfinato di Mark Digby (The Millionaire) e Michelle Day, Romanek ci racconta la storia di alcuni ragazzi che vengono messi al mondo e cresciuti per essere "ricambi d'organi". I protagonisti, rinchiusi ed allevati sin dalla più tenera età in una struttura del tutto simile a quella di un college inglese, vivono una realtà parallela, ma diversa, a quella di tutti gli altri esseri umani, accettando, una volta che ne sono venuti a conoscenza, il loro destino. L'accettazione passiva di quello che gli altri vogliono per loro però, è anche raccontata attraverso il triangolo amoroso tra i tre protagonisti e soprattutto nella figura di Kathy-Carey Mullingan, la voce narrante, che attende per tutta una vita - pur sapendo quanto sia breve la sua - il suo amore paziente e smisurato per Tommy-Andrew Garfield. Il regista è bravo a raccontare questa storia, conducendo lo spettatore per gradi, da una dimensione più concreta a una più astratta (in cui anche le tonalità fotografiche si trasformano, diventando più chiare ed evanescenti, come quelle di un sogno), incrementando man mano i livelli della tragedia, fino a farla esplodere, regalando un'eleganza stilistica quasi a omaggio dell'autore del romanzo, dirigendo magnificamente un cast di giovani attori in uno stato di grazia. Un film stupendo, che lascia le porte aperte a un sacco di riflessioni su cui indaga narrativamente, ma a cui non cerca di rispondere in modo assoluto, che ci parla di umanità e di cosa siano le idee, di cosa sia la dignità e di quanto si possa arrivare a metterla in gioco a favore della scienza, di quanto la creatività possa essere lo specchio delle nostre anime e di quanto, se bandita, anche i nostri sentimenti e trasporto emotivo-sessuale ne possano risentire. 
VOTO: 8½

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