mercoledì 23 marzo 2011

Silvio Forever

di Roberto Faenza e Filippo Macelloni (in sala dal 25/03/2011). Molti saranno d'accordo con me, altri me ne vorranno, ma io di sti film per far fare i seghini al popolo di sinistra, ne ho un po' pieno il cazzo (e io la Sinistra la voto, ormai a malincuore, nel perenne dilemma e nel sempre vivo "quale sarà il male minore?", ma la voto cazzo!). Il pubblico che andrà in sala a vedere Silvio Forever sarà quello che non lo vota, perché quello che lo vota fa l'ombrello, qualcuno magari ci incapperà sbagliando e intrigato dalla locandina con il Silvio giovane e aitante o dal titolo, ma poi uscirà di sala richiedendo il costo biglietto. E voi che lo votate, non ne avete già fin troppo pieni i maroni del suo faccione tirato e lucido da botulino, per pagare pure un biglietto per vederlo (di nuovo)? Inoltre, il film di Faenza e Macelloni è un documentario all'"acqua di rose", come direbbe mia nonna, che dice/non dice, fa un excursus temporale blando della carriera di Silvio, ponendosi delle domande a cui non risponde: tutte cose che chi non lo vota (= pubblico possibile del film) già sa! Silvio Forever è impostato per dire nel minor tempo possibile il più possibile, dagli anni '40 in cui vediamo un piccolo Silvio farsi da sé e del suo rapporto con il padre, di cui tiene ancora al polso l'orologio che dichiara essere "lo scudo che lo rende invincibile" (qualcuno vada a strappargli l'orologio diamine!), alla sua amicizia con Craxi per poi proseguire con Mani Pulite, la fondazione di Forza Italia (mettendo in evidenza che nel post Craxi Silvio imprenditore non avrebbe più avuto modo di gestire liberamente i propri interessi e per questo si è schierato in prima persona), i processi... bla bla... fino ad oggi... tutto NOTO! Aberrante anche la scelta degli autori, in caso non ci fosse disponibilità di audio originale (N.B. tutto ciò che viene detto nel film è comunque un documento reale di ciò che è stato detto da Berlusconi nel corso della sua carriera), di usare un finto recitato di Berlusconi che ne macchiettizza la voce (avete presente il navigatore stradale? Un'esperienza di quel tipo... in verità è Marcorè): fastidioso! Unica cosa che mi è piaciuta, è il modo in cui insistentemente viene mostrato come Berlusconi si paragoni a Dio-Gesù. Per prima cosa nella costruzione del faraonico mausoleo di famiglia ad Arcore costruito da Pietro Cascella, in cui un esterrefatto Montanelli viene condotto e a cui viene mostrato anche il "cerchio dell'amicizia" in cui verranno seppelliti amici storici di Silvio come Fede, Confalonieri, Dell'Utri... a Montanelli viene detto che un posto sarebbe stato riservato anche a lui, ma lui prontamente risponde "Domine non sum dignus". Dopo la visita in Vaticano, al giornalista che gli chiede cosa avesse detto il Papa "Mi ha dato la benedizione, ma con l'aria di pensare che non ne avessi un bisogno particolare", fino alla barzelletta di chiusura in cui riesce, da protagonista, a far diventare il Paradiso una Società per azioni di cui Dio è solo in vicepresidente. 
Non so come la vedete voi, ma io di andare a vedere un film quasi comico su Silvio Berlusconi non ne avevo voglia; non avevo voglia di ridere un'altra volta delle cazzate che dice o che fa; non avevo voglia di vedere una roba blanda atta a istruire i "credenti" quando questi al cinema non ci vanno e figurati se passerà mai in tv. Fossi andata a vedere un documentario d'inchiesta-approfondimento ben fatto e strutturato, forse ne sarei stata più soddisfatta, ma questa operazione mi sa di "mettiamo Silvio in locandina così ci troviamo in sala a fomentare la nostra ira funesta, masturbiamoci le menti e sentiamoci un po' migliori rimanendo però seduti sulla nostra poltrona da cinema". No, grazie. 
VOTO: n.c.

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