mercoledì 9 marzo 2011

BORIS - Il Film

di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo (in sala dal 1/04/2011). Lo so che questa frase sembra una di quelle “banalità da critici”, ma è difficile trovare un film italiano da recensire e consigliare. Non è il caso di Boris – Il film, nato già sotto la buona stella della serie e che sbarca in sala proprio a ridosso del Primo Aprile, ma non sarà il classico "pesce d'aprile", perché la sua versione cinematografica non fa tramontare l'ormai cult tv. Come la serie era uno sfottò della tv italiana, Boris al cinema diventa una presa per il culo di tutti quei meccanismi “settari” che stanno dietro alle produzioni per il grande schermo, elemento ancora più evidenziato dal romanzo su cui uno sconfortato Renè Ferretti mette le mani: La Casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. 
Facciamo un passo indietro. Il film si apre con con Renè sul set della fiction "Il Giovane Ratzinger" che discute adirato con Lopez che vuole un rallenty del giovane Ratzinger nei prati e invece lui no. Non sembra esserci via di fuga e Renè, stanco di fare porcherie, abbandona il set. Per lui inizia un periodo di sconforto e depressione, da cui ne uscirà solo quando Sergio gli propone di mettersi al lavoro su un copione cinematografico: La Casta, appunto. Ma volendo fare il vero salto di qualità, Renè potrà tenere la sua vecchia squadra di lavoro? Finisco qui perché non voglio rovinarvi la storia.
Così come lo faceva per la tv (di cui si sente ancora la presenza, perché come dice Lopez, dalla tv non c'è via di scampo), Boris - Il film ironizza sul cinema italiano, sul pubblico italiano (che vuole solo cinepanettoni, in cui abbondano tette e scoregge) e sul livello di interessi-cultura dell'italiano medio. Lo fa con intelligenza, divertendo, ma senza dimenticarsi un linguaggio tagliente. Chi non ha visto la serie non capirà tante allusioni e non riconoscerà quei personaggi che vengono schierati al completo e a cui ci siamo affezionati sul piccolo schermo. Boris – Il film è un prodotto riuscito, peccato che lo sia mettendo in scena un ritratto grottesco del nostro paese e del suo cinema. Riderete, ma chi sa leggere oltre, ne rimarrà anche agghiacciato. Ovviamente saranno soprattutto gli "addetti ai lavori" che si spanceranno (Lopez che dice che non vuole passare al cinema perché non vuole mettersi gli occhialini alla Gramsci e i maglioni pelosi, o Glauco che presenta una scimmia a Renè passandola come il numero cinque di Medusa fanno sbellicare... ne ho detti solo due, tranquilli), ma tutti gli altri avranno di che trascorrere due belle ore. Da vedere (e la paura che non fosse così, è stata tanta).
VOTO: 7

1 commento:

  1. perfetto. e io che credevo di essermi disintossicato..
    e invece tutto da rifare!

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