Welcome to the Rileys

di Jake Scott. Perché mi sono avvicinata a questo film: l'anno scorso se ne era parlato abbastanza durante il Sundance (questo festival è uno di quelli che tengo sott'occhio con cura maniacale) in cui veniva atteso con trepidazione per il ruolo che la Stewart andava ad interpretare: quello di una ballerina da strip. Il film di Scott è uno di quelli che si lascia guardare, ma lo si fa senza particolare coinvolgimento e interesse. La storia è quella di una coppia che ha perso la figlia e ne è uscita totalmente distrutta e sfaldata. Il marito, Doug, durante un periodo di distaccamento dalla moglie conosce in uno strip club Mallory. Iniziato male, il rapporto dei due si fa sempre più amichevole, fino alla quasi dipendenza reciproca. Il film poggia fondamentalmente su una buona caratterizzazione dei protagonisti, grazie all'interpretazione della Stewart (che va beh... fa sempre la ragazza della porta accanto però in tenuta sexy-tossica), di Melissa Leo e James Gandolfini. Un cast che però non ci fa dimenticare che la narrazione è un po' povera e la messa in scena senza particolare estro, con le sue atmosfere cupe e ovattate, con i suoi stereotipi forti che non vengono mai abbandonati. Doug ha un rapporto troppo di sudditanza verso una ragazza che nella sua mente va a sostituire sua figlia, ma che in verità non lo è, ma non ha un momento di ripensamento; Mellory prima schiva e indipendente, poi apprezza di avere delle figure che la indirizzino, ma poi appena fanno i genitori sclera "Tu non sei mia madre!"; i due che si ritrovano dopo un piccolo allontanamento dell'uomo e sono pronti a ricominciare scavalcando anni in cui non l'hanno fatto... forse c'era da scavare un po' di più nella trama dei personaggi, in quei piccoli gesti che potevano diventare importanti per spiegare il loro turbinio interiore, da inserire un po' più di contrasto... Qui sembra un film sulla figlia ritrovata, ma non lo è. 
VOTO: 5