venerdì 21 gennaio 2011

Dogtooth

di Giorgos Lanthimos. Non so perché abbia aspettato tanto a recuperare questo film, ma vi posso assicurare che è una delle cose più folli che abbia visto negli ultimi anni, una sorta di esperimento scientifico raccontato in fiction. Tre fratelli adolescenti sono letteralmente segregati dai genitori che non vogliono che i ragazzi vengano a contatto con il mondo esterno e quindi li crescono sotto una campana di vetro, ignari di cosa accade al di là del muro di cinta costruito intorno alla casa. Il film diventa un susseguirsi di dialoghi surreali, nevrotici e quasi confusi per il linguaggio utilizzato in famiglia, in cui a ogni "parola proibita" ai ragazzi viene fatto imparare un significato diverso e più puro (la scena del padre che traduce ai ragazzi una canzone in inglese interpretandola in tutt'altro modo rispetto alle parole del testo originale è fantastica). Una percezione linguistica ed emotiva sbagliata della realtà, a cui però si contrappone dopo un po' l'istinto dei giovani. Non è che, perché preservati dal mondo esterno, non abbiano impulsi sessuali (incredibile la pensata del padre che porta al figlio maschio una "vittima sacrificale" su cui sfogare i suoi ormoni) o non abbiano istinti violenti. Anzi... Il sangue e i tentativi di "sentirsi vivi" dei tre vanno ben oltre il pensabile. Il tutto è contrapposto a una messa in scena piuttosto algida e pulita, che dà quel senso di rigidità a cui i ragazzi vengono sottoposti. 
Come a dirci che siamo fatti di carne e sentimenti (e non tutti buoni, ma da cui non possiamo astenerci), il regista Giorgos Lanthimos rappresenta con una storia incredibile, la nostra natura, mettendoci in guardia da ciò da cui non possiamo fuggire: noi stessi. Come quel dente (dogtooth) che se perso, avrebbe permesso ai ragazzi di scoprire la vita al di fuori delle mura (ovvero mai o solo da vecchi) e che i genitori pensano non possa cadere mai, così tutti ci aggrappiamo (inutilmente) alla speranza che le cose nella vita possano andare come diciamo noi. A volte le procuriamo, altre le dobbiamo solo accettare e basta.
VOTO: 8½

Nessun commento:

Posta un commento