martedì 14 dicembre 2010

Tron: Legacy

di Joseph Kosinski (in sala dal 29/12/2010). Se il film non si fosse chiamato Tron, forse avrebbe avuto più senso... Nonostante la prima parte sia un continuo riferimento e citazione al Tron del 1982, questo ha ben poco a che farci. Se il primo era un prodotto fantasy-action per famiglie, qui siamo ai confini della filosofia cyber con una notevole componente di action.
Visivamente il film è uno spettacolo maestoso, che lascia con la bocca aperta per tutta la sua durata (2 ore ca.). Il problema è che tutto il film è votato a questa componente spettacolare, tanto che - come lo era stato per Avatar - la sceneggiatura ad esempio ha dei momenti di un basso pietoso oltre che soluzioni narrative che ti lasciano di sasso della serie "cosa vuol dire": "Perché corre?" "Perché vuole uscire dal sistema" (tipo... mah... in che senso?). Tanto è che chi mi dice che Nolan non ha spiegato bene dei passaggi in Inception e poi mi verrà a parlare di Tron: Legacy come di una narrazione chiara, si aspetti un pugno. A prescindere da questo, la sensazione che ho avuto uscita dalla proiezione è quella di aver passato due ore in discoteca: tante luci, tanti suoni e tanta musica confezionata ad hoc e utilizzata perfettamente nello svolgimento della pellicola (si può dire che i Daft Punk - onorati con cameo piuttosto lungo - abbiano fatto un lavorone di attaccamento all'immagine, riuscendo a dare al tutto anche quella giusta carica emozionale che ti eccita soprattutto durante le scene action e d'atmosfera), design perfetto di ambienti fantascientifici... un'esperienza sensoriale per vista e udito, ma che poi ha poco a che fare col gusto finale.
Tron: Legacy cerca di ridefinire il legame tra uomo e tecnologia, che non è più solo quello del padre (il "dio" uomo) con la sua creatura non dotata d'anima e che sancisce sempre la vittoria dell'intelligenza sulla materia, ma cerca di spiegare la parte spirituale che si trova nella rete, nonostante il suo aspetto algido e buio. Il problema però, è che due ore di pellicola vengono impiegate più che altro a mostrare scene che poco c'entrano con questo obiettivo narrativo del film, che invece viene relegato solo a momenti e intuizioni.
Chi vuole andare a vedere un film con effetti incredibili, musica e tanta action - cioè chi ci va per il lato adrenalinico - rimarrà soddisfatto; chi ci va perché Tron (1982) è uno dei suoi film preferiti - lato nostalgico - e vuole vedere che fine hanno fatto i suoi eroi, rimarrà deluso; chi ci va perché crede di vedere un film importante - lato cinefilo - rimarrà soddisfatto per metà. Se da una parte rimane da constatare che il secondo Tron ha segnato un altro passo importante di genere (quello dell'82 fu il primo ad entrare nel mondo della realtà virtuale, mentre quello di oggi a regalarle un'anima), purtroppo non si può tralasciare che quest'ultimo lo faccia scaldandoci più pupille e timpani che il cuore.
VOTO: 6 ½

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