venerdì 10 dicembre 2010

Post Torino_Episodio 2

SOULBOY di Shimmy Marcus - UK
Il regista Shimmy Marcus non è la prima volta che ha a che fare con la musica, tra un video per i Fun Lovin' Criminals e uno per gli Snow Patrol (ma anche per molti altri). SoulBoy è un film nostalgico e divertente. Siamo a Stoke-on-Trent ed è il 1974. In un'Inghilterra a terra per le condizioni socio-politiche in cui riversa, Joe vive la sua vita monotona, fino a quando non scoprirà e gli verranno aperte le porte del Wigan Casino, patria del nothern soul. Molta buona musica accompagna una classica storia di giovinezza e riscatto. Shimmy Marcus riporta in vita quello che era un vero club culto degli anni '70, grazie anche all'aiuto di quelli che erano i frequentatori dell'epoca che lo hanno aiutato per dresscode e movimenti di danza.
VOTO: 7 ½


WINTER'S BONE di Debra Granik - U.S.A.
Vincitore di diritto di quest'edizione del Torino FF (oltre che essere già stato Best Picture al Sundance FF), il secondo film di Debra Granik è un dramma sensibile e complesso, un ritratto vivido e accurato del coraggio di una ragazzina che ha sulle spalle il peso della famiglia e del suo legame di sangue con la comunità di malavitosi in cui è stata cresciuta. Ree ha 17 anni e si mette alla ricerca del padre, scomparso dopo aver impegnato la casa di famiglia per pagare la cauzione del carcere. Se l'uomo non si presentasse al processo, il bene verrebbe confiscato dallo Stato e questo la ragazza, con a carico madre malata e due fratelli più piccoli, non se lo può permettere. Il problema è che nessuno del giro criminale del padre vuole che trapeli nulla sulla fine fatta dall'uomo, ma Ree tra mille difficoltà, farà luce sul mistero. Winter's Bone è quel genere di film che calamita e non ti si leva più di dosso talmente è spesso nella sua messa in scena e narrazione. Una pellicola diretta e interpretata con eccellenza, che parla di onore e dignità, armi nelle mani di una ragazzina già donna con un carattere forte e intenso. Tensione e commozione, per una storia strettamente ancorata alla realtà.
VOTO: 9


THIRD STAR di Hattie Dalton - UK
Uno dei film che personalmente ho adorato di quest'edizione del festival. Una pellicola drammatica e commovente, ma divertente al tempo stesso, una bella storia di amicizia e affetti. James è malato terminale e vuole vivere (con la v maiuscola) il poco tempo che gli rimane. Organizza un viaggio con i suoi tre amici più stretti. Ognuno avrà modo di riflettere sulla propria vita, non solo filtrata attraverso gli occhi di James, ma anche di quelli di tutti gli altri. Adesso lo so che cosa state pensando... che palle! vero!?! Vi dico la verità, nemmeno io leggendo la sinossi avevo voglia di andare a vedere questo film, poi i miei occhi potevano reggere e allora mi sono fermata in sala. Una bella scoperta, nella sua delicatezza di rappresentazione e intenti, nel suo illuminare una storia altrimenti banale, nel suo commovente candore che fa mancare il fiato e fa venire il nodo in gola, nella simpatia dei personaggi e i loro problemi in cui tutti si potranno rispecchiare. E il finale... brivido!
VOTO: 8


ALTITUDE di Kaare Andrews - Canada
Andata a questa proiezione con tutta la carica possibile, mi è dispiaciuto constatare quanto fosse invece un'impietosa cazzata e azzarderei, il peggior film che ho visto quest'anno a Torino. Non l'avrò capito? Ma chi se ne fotte... Quando uno mi tira in ballo un film con la figa di turno a cui è morta la madre in un incidente aereo trascinandosi una famiglia, ma che fa la pilota e senza aver controllato bene l'aereo trasporta la compagnia di amici  e il nuovo fidanzato verso un concerto, dopo pochi minuti va tutto a ramengo, si trovano intrappolati in una roba che sembra l'iperspazio, sclerano ma non succede una fava, continuano a sclerare, poi qualcuno muore e poi... ATT. NE SPOILER!!! entrano in gioco i fumetti in una maniera che rimani lì a chiederti "beh, ma che cazzo stai dicendo?" e che il fidanzato è il bambino non morto dell'incidente della madre... Pernacchie! Vade retro!
VOTO: 3


KABOOM di Gregg Araki - U.S.A. 
Divertentissimo! Nonsense allo stato puro per Araki, che ci porta al college tra bollori ormonali e strani misteri per una storia a metà tra commedia e fanta-thriller-boh. Un viaggio psichedelico che ha inizio con un sogno che il bisessuale Smith fa, in cui percorre un corridoio popolato di donne (alcune a lui note, mentre altre no, ma che poi conosceremo con il procedere della narrazione) e che finisce con una porta in cui c'è un cassonetto chiuso. Tutto il film fa riferimento al suo trip onirico, ma la trama che mette in scena Araki è surreale, un frullatore dalle tinte pop e dallo slang giovanile. Destinato a mio avviso a diventare un cult tra i "college-gay-movie" Kaboom non richiede né troppe pippe cinefile né spiegazioni di sorta. Bisogna viverlo a mente aperta. Come un acido. D'altronde per storie come questa, è bello uscire dal cinema domandandosi: "ma che cazzo ho visto!?!".
VOTO: 8 ½

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