giovedì 9 dicembre 2010

Post Torino_Episodio 1

Come avrete capito, i miei propositi di report dal festival sono falliti miseramente dal secondo giorno. Tra un film e l'altro, uno spostamento, una nevicata, un panino ingozzato... il tempo per mettersi a scrivere e fare le cose per benino sono sfumate. Perdono! ma ora possiamo recuperate... Farò lo stesso lavoro, ma posticipato. Vi dico già che sono due i film che per tempo non sono riuscita a vedere (giovedì 2 c.m. sono dovuta tornare a Milano) nonostante ci tenessi un sacco: Mr. Nice di Bernard Rose e Super di James Gunn. Ecco un primo assaggio (il resto nei prossimi giorni)

DAMNED BY DOWN di Brett Anstey - Australia
Parlando di horror australiani ci si aspettava molto di più da questo film che spinge moltissimo sulla fotografia, ma che ha gli "spiriti" peggiori che abbia visto da mo'. La storia è semplice: una ragazza torna dalla sua famiglia per presentare il suo ragazzo. Ovviamente la casa è in mezzo al nulla e avvolta in una coltre di nebbia, abbastanza demoniaca di per sé....
Paura: poca. Pochissima anzi. Se uno sbadiglia durante un horror, c'è qualcosa che non va.
VOTO: 4 ½

RED HILL di Patrick Hughes - Australia
Per alleggerire la sua compagna incinta dallo stress della vita metropolitana, il giovane Shane Cooper  si trasferisce in una tranquilla cittadina di periferia dove continua la sua carriera di agente di polizia. In seguito alla notizia dell'evasione di un criminale dal carcere, l'intero corpo di polizia cade nel panico e il primo giorno di servizio di Shane diventa un incubo. L'omicida Jimmy Conway è tornato infatti in città per cercare vendetta.
Con una regia impeccabile, che viene supportata anche da una fotografia mozzafiato, Patrick Hughes costruisce un buon film a metà tra western e thriller. Tiene inchiodati allo schermo.
VOTO: 6 ½

JACK GOES BOATING di Philip Seymour Hoffman - U.S.A.
Opera prima dietro alla macchina da presa per P.S. Hoffman, che ci delizia anche con una sua interpretazione nei panni di un uomo timido, impacciato e insicuro che conosce una donna e tenta in tutti i modi di far colpo su di lei, mettendo in gioco se stesso e i suoi sentimenti. Aiutato da una coppia apparentemente molto affiatata di amici, l'uomo troverà nell'amore una fonte di riscatto. Hoffman costruisce un film intimo e pulito, delicato e perfettamente girato e interpretato. Maschera il dramma con la commedia, regalandoci una pellicola che ci gonfia il cuore.
VOTO: 7 

THE MYTH OF THE AMERICAN SLEEPOVER di David Robert Mitchell - U.S.A.
Chi non ha ricordi legati agli ultimi giorni di vacanze prima dell'inizio della scuola? L'estate è sinonimo di amore, amicizia e follia. Un gruppo di adolescenti vive un turbinio di sentimenti legati alla loro età proprio in prossimità del ritorno in aula. Con una grana da film anni '80, Mitchell ci fa divertire e rivivere, come aprendo un album delle fotografie, la spensieratezza dell'adolescenza, i primi colpi di cuore (e di testa) a bordo piscina con la pella che profuma di sole e la testa libera (o forse no!?!). Un mondo in cui i genitori non entrano. Molto stelle e strisce, ma le situazioni sono condivisibili da tutti.
VOTO: 6 ½

JOHN CARPENTER'S THE WARD di John Carpenter - U.S.A.
Il maestro dell'horror torna dietro alla macchina con un film che stranamente non ha scritto e soprattutto musicato, ma è un piacere per la mente e la vista (già dai bellissimi titoli di testa). Con la nostalgia degli anni '70 nel cuore, costruisce una pellicola lineare che però riesce a tenere alta la tensione, attraverso l'utilizzo di giochini di genere - tanti dettagli mai messi a caso - e un immaginario visivo consolidato ma che nelle sue mani non risulta banale. Un horror thriller tutto al femminile girato in un manicomio dove la protagonista viene rinchiusa e che una maledizione intrappola. Una storia di follia e psicologia, un thriller sui meandri della mente che fa eco a Shutter Island, freddo quanto basta, morboso più di quanto ci si possa aspettare.
VOTO: 7

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