martedì 15 giugno 2010

The Runaways

di Floria Sigismondi. Partendo dal fatto che la Sigismondi sia una delle mie registe di videoclip preferite, mi sono avvicinata a questo film con la brama di vederlo che mi inseguiva da tempo nonché con quasi l'assoluta convinzione che non potesse essere una porcheria. Avevo ragione: la regista italocanadese propone un buon biopic della band femminile alla ribalta nello scenario musicale della L.A. anni '70. Per raccontare le Runaways, dalla loro formazione fino alla rottura, si è ispirata perlopiù al libro Neon Angel: The Cherrie Currie Story, in cui la vocalist della band si racconta e svela la sua dipendenza da alcol e droghe, la stessa che le fece capire prestissimo che quella carriera appena intrapresa l'avrebbe portata all'autodistruzione e che la fece desistere. 
Le Runaways, nonostante la formazione al completo vantasse cinque componenenti, erano fondamentalmente due: Cherrie Currie, la bionda cantante rimediata in una discoteca, e Joan Jett alla chitarra-vocalist, l'unica che dopo lo scioglimento della band continuerà a calcare la scena sfornando hit come il tormentone I Love Rock N Roll. La Sigismondi è brava a costruire la parabola discendente di queste giovani ragazze che conoscono la fama troppo in fretta (sono pressoché tutte minorenni), ne abusano e ci cadono vittime, aderendo perfettamente a quel filone di film "dannati" sui grandi musicisti della scena rock. Ma il punto forte di questo film non è questo, il focus sono le ragazze, perché innazitutto The Runaways rimane una bella storia al femminile. La band famosa è un'escamotage per raccontare la passione per la musica rock, della complicità di un gruppo di ragazze  che si cambia in un cesso squallido gli abiti per andare in dicoteca, infilandosi zeppe vertiginose  o facendo home made la scritta Sex Pistols su una t-shirt bianca con la bomboletta spray; narra stili differenti che nascono da una stessa corrente, di vinili di Bowie ascoltati sognanti in camera da letto, di canne fumate in angoli ronci fuori da un locale, di spiccioli accumulati per un giubbotto di pelle, di lezioni di chitarra pagate in cui ti vogliono far suonare le solite melodie pallose e invece tu vuoi fare Jeff Buckley... Beh, The Runaways è il film che un po' tutte quelle che hanno avuto quel tipo di adolescenza - anche se in tempi e modi diversi - riusciranno a guardare andando oltre la semplice patina vintage e la storia principale, è qualcosa di generazionale (che forse ora non c'è più e quindi consiglio di vederlo da chi ha dai 25 anni in su). Ti gasa e ti fa venir voglia di buttarti in quell'angolo nascosto del tuo armadio dove ovviamente conservi i tuoi cimeli abbandonati e indossarli ancora una volta. The Runaways in fondo è anche il film della nostalgia... perché cavolo se era divertente!


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