Cracks

di Jordan Scott. Ammetto di essermi avvicinata a questo film soprattutto per il fatto che come attrice protagonista ci fosse Eva Green, a mio avviso una delle più grandi bellezze del cinema contemporaneo e che qui troviamo in tutto il suo splendore. 
Il suo ruolo è quello di Miss G., la classica insegnante preferita, un modello aspirazionale e di cui si ambisce la stima, in una scuola solo per ragazze. E' il 1934: Miss G racconta dei suoi viaggi in giro per il mondo e sembra una donna spavalda e sicura di sé, ma sarà l'arrivo di una ragazza spagnola di nobili origini come sua studente, che inizierà a svelare il suo vero mondo e i suoi reali tratti caratteriali.
Opera prima della figlia di Ridley Scott (che troviamo alla produzione insieme al fratello tamarro Tony), ogni tanto ci fa piacere dire che non tutti i favoritismi vengono per nuocere.  
Adattamento del romanzo di Sheila Kohler (che è intervenuta anche nella sceneggiatura), la pellicola che gode di una splendida fotografia realizzata da John Mathieson, poggia su figure femminili di grandissimo fascino e presenza scenica. Oltre alla Green, a cui comunque ruota attorno la vicenda, abbiamo la complessa Di Radfield - interpretata da una bravissima Juno Temple -, innamorata e devota alla sua insegnante, nonché l'eterea e vagamente altezzosa Fiamma - Maria Valverde - la ragazza iberica di nobili origini che il gruppo femminile non accetta perché troppo diversa o anche per semplice invidia. 
La bravura della Scott è quella di scrivere una storia molto femminile, con tutte quelle dinamiche che entrano in gioco in un rapporto tra donne, tra complicità e rivalità, tra la ricerca smodata di una leader alla gelosia se non si ha il suo benestare. Inoltre, ogni scena, ogni dialogo, ogni gesto è permeato da una tensione erotica incredibile, soprattutto nelle parti in cui le ragazze si scambiano confidenze.
Un piacere per gli occhi, un buon dramma con risvolti che si avvicinano a momenti anche al thriller.