di Joe Johnston (uscito in sala il 19.02.2010). La critica ci aveva già buttato sopra pattume da settimane, ma essendo una scettica di natura ho preferito non fidarmi e andare a verificare di persona. Il mio entusiasmo per questa pellicola credo sia durato per circa 10 minuti, ovvero il tempo di apprezzare fotografia, scenografia e costumi, poi STOP.
Quando si parla di personaggi come Wolfman, non penso che occorrano presentazioni, visto che sono più o meno 70 anni che il cinema ne propone versioni differenti. Johnston fa un salto temporale a ritroso e tenta di riportare sul grande schermo la figura del licantropo attingendo a piene mani dalla tradizione gotica e da quella ottocentesca del romanzo dark, ma cadendo poi nella presunzione di fare rientrare in tutto questo anche i cardini della super produzione hollywoodiana (sul finale vi dico che ci sono delle scene talmente imbarazzanti che ho trattenuto a stento delle sonore risate in sala). Quando parlo di storpiature da super budget, lo faccio anche a livello di trama, perché la storia d'amore viene inserita spesso a forza, ma senza uno sviluppo vero e proprio, e assume i connotati di una tragedia shakespeariana volutamente annunciata e sottolineata (come a dire "ve lo dico che sto dando sta linea narrativa in caso non lo capiste da soli perché siete scemi") da mille escamotage - da Benicio/Wolfman che è un attore che interpreta Amleto, al dettaglio del libro stesso di Shakespeare. Mi chiedo però che bisogno ci fosse di calcare tanto la mano con questo spunto narrativo, soprattutto a livello amoroso, visto che invece il rapporto con il padre - che dovrebbe indubbiamente essere il più approfondito - viene abbastanza "buttato lì" tanto che ad un certo punto vi troverete a chiedervi "ma com'è che si stanno così sul cazzo sti due?". E tanto che ci siamo, non tralascerei di dire che il regista ha davvero avuto poca fantasia con Hopkins, a cui avrà detto "Hai presente quel personaggio che avevi fatto un po' di tempo fa... come si chiama? Ah, già... Hannibal Lecter... ecco, ispirati a lui... un po' più morbido perché non lo possiamo fare uguale, ma lui...". Vergogna!
Un film da catalogare alla voce TAVANATA!
Nessun commento:
Posta un commento