venerdì 26 febbraio 2010

Rage

di Sally Potter. Idea geniale e brillante quella della regista inglese, che però dopo mezz'ora finisce per essere abusata e veramente soporifera.
Un giovane blogger intervista con la sua videocamerina tutte le persone che stanno lavorando alla sfilata di un certo Merlin. Una serie di grandi nomi del cinema si alterna quindi davanti a fondali colorati nelle vesti di tutti i collaboratori dello stilista mediorientale(Judi Dench, Jude Law, Steve Buscemi, Dianne Wiest...). Sullo sfondo, fuori campo, sentiamo le musiche della sfilata, alternate poi improvvisamente da urla, sirene d'ambulanza, panico generale: è stato commesso un omicidio.
Accennata la trama facciamo ora un passo indietro: l'idea di raccontare una storia, con sottesa aspra critica al mondo della moda e a tutto ciò che ci ruota attorno, attraverso la semplice messa a video di interviste a personaggi che raccontano-interpretano quanto avviene fuori campo è interessante e senza dubbio originale. Il problema è che dopo un po', lo schema narrativo diventa ridondante e stufa, finendo per sottolineare lo scarso lavoro fatto sulla costruzione dei personaggi, che dovrebbero invece sostenere il giochino stilistico. Film come questi che partono da un'idea di regia insolita, ma semplice, avrebbero bisogno però di una grande prova di sceneggiatura. E qui manca.

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