venerdì 12 marzo 2010

Green Zone



di Paul Greengrass (uscita in sala 9/4/2010). Il matrimonio Greengrass-Damon torna a funzionare e i due decidono di riprovarci in un modo sicuramente non facile. Tratto dal libro Imperial Life in the Emerald City del giornalista Rajiv Chandrasekaran, la pellicola è ambientata durante l'occupazione U.S.A. di Bagdad del 2003. Roy Miller (Damon) è a capo di una squadra incaricata dall'esercito di cercare le "famigerate" armi di distruzione di massa per cui si sta combattendo e che dovrebbero essere nascoste nel deserto. O così si dice. Perché non ve n'è la minima traccia nei luoghi in cui vengono mandati su indicazione di una sorta di talpa. Miller inizia ad interrogarsi sul fatto che sia tutto un bluff e appoggiato dalla C.I.A. cambierà l'obiettivo della sua missione. Cosa nasconde il governo statunitense? Ci sono mai state le tanto discusse armi di distruzioni di massa?
Greengrass mette in scena una buona fiction verista, lavorando al testo da trasporre con l'intenzione di mantenerne intatti gli obiettivi investigativi, ma lasciando il respiro visivo di un action thriller della hollywood intelligente, tanto che potrebbe sembrare un quarto episodio della sua famosa serie dei Bourne, di cui guarda caso, Damon era il protagonista. E proprio come Jason Bourne, anche il personaggio di Miller è ambiguo, ma pronto a battersi per la verità. Nessuno sa che cosa lo spinga veramente a cercare la giusta chiave di lettura di fatti. Non esiste. Greengrass però è fedele anche a suo personalissimo modo di fare cinema, con quel taglio documentaristico che lo contraddistingue dai tempi di Bloody Sunday e United 93, non solo per le inquadrature spesso movimentate, frutto della ripresa con una camera leggera (probabilmente a mano-spalla), ma anche per l'indagine socio-politica che propone allo spettatore. In questo caso spiattella al suo pubblico come la ricerca delle armi di distruzione di massa in Iraq sia stata una bufala, una copertura messa in scena dallo stesso governo U.S.A. per giustificare la sua presenza sul territorio. In modo intelligente, ovviamente, tutto viene reso noto attraverso i dialoghi. 
Un film da vedere. Non pensate che sia una barba, vi terrà inchiodati alla poltrona. 

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