martedì 9 marzo 2010

CHLOE


di Atom Egoyan (in sala dal 12/03/2010). Chloe è un film che sprigiona erotismo da ogni dettaglio, che siano i luoghi o gli interpreti. Amanda Seyfried è ciò che di questa pellicola ci ricorderemo di più, nella sua veste tanto inedita quanto conturbante. 
Catherine (Julianne Moore) è un'affascinate ginecologa, nonché madre e moglie, in preda ad una crisi di mezz'età. Quando incomincia ad avere sospetti che l'ancora affascinante e stimato marito (Liam Neeson) la tradisca, assolda una prostituta d'alto borgo nel tentativo di liberarsi da questa ossessione. Chloe, questo il nome dell'affascinante ragazza ingaggiata, sta al gioco, ma presto Catherine scoprirà di essersi infilata in una trappola di desideri e ricatti che rischia di coinvolgere tutta la sua famiglia. 
La trama è molto semplice e giocata su cliché di genere che il regista asseconda (abbastanza passivamente) anche dietro alla macchina da presa. Quello che di questo film rimane (come già accennato) allo spettatore ben oltre alla narrazione è la messa in scena. Tutto è studiato nel dettaglio, dalla costruzione dei costumi che cambia con il procedere del racconto, agli ambienti in rapporto con stati d'animo e situazioni da giocare. Per non parlare della magistrale interpretazione dei tre attori principali che, in una performance di alti livelli, reggono da soli tutto il peso del film, trasformandolo da un prodotto mediocre in una pellicola che ha un motivo di essere vista. Chloe alla fine quindi diventa una intrigante storia d'amore, di suspense e tradimenti che trasuda tensione erotico-sentimentale anche solo dal timbro vocale con cui viene detta una parola (N.B. Ho visto la versione in lingua originale e spero in un valido doppiaggio italiano). 

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