venerdì 28 ottobre 2011

Red State


di Kevin Smith. Non me la sento di registrare il nuovo film di Smith (che se ancora non sapete chi è, siete rimandati a data da destinarsi) sotto la voce "porcata" perché gli farei un torto. Certo è che ha un inizio vertiginoso, per poi rimanere un po' ingarbugliato in se stesso. Smith si cimenta in un thriller a sfondo religioso. Tre liceali trovano su internet il messaggio di una donna matura alla ricerca di avventure. La contattano e insieme vanno all'appuntamento, ignari del fatto che l'annuncio sia l'esca di una setta religiosa alla ricerca di vittime sacrificali: peccatori da uccidere nel nome del Signore. La Polizia però non tarda a scoprirlo e ne segue una battaglia feroce che ha come teatro dentro e fuori la "casa parrocchia". Smith deve essere stato obbligato ad andare a catechismo da piccolo, perché se in Dogma ironizzava sul tema, in Red State ne mostra la follia estremizzata. Lo fa rispettando i canoni di un genere che non manca di incupire, ma in cui il gioco dei bang bang sovrasta l'esame della pazzia, non dando al film uno sviluppo comprensibile. Da Smith volevamo qualcosa di più hardcore.
VOTO: 5

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