mercoledì 27 aprile 2011

Interview @PIGMag: CANADA


I CANADA sono: Luis Cerveró, Nicolás Méndez e Lope Serrano, tre trentenni di Barcellona, che per affinità di background hanno deciso di unire le loro forze ormai qualche anno fa. Definirli come semplici filmmakers, potrebbe essere riduttivo, perché i CANADA non sono solo registi, ma cercano l’arte in ogni progetto video che intraprendono: dal collage video ad una ricerca d’immagine surreale, fino all’animazione. Pensare, che il loro incontro è stato pressoché casuale e lontano da ambienti di settore, tra le vie della città che amano. I tre amici, hanno richiamato l’attenzione internazionale su di sé grazie soprattutto a due videoclip: “Bombay” di El Guincho ed “Invisible Light” degli Scissor Sisters. Li abbiamo intervistati proprio a ridosso di quest’ultimo lavoro, quello che probabilmente aprirà loro le porte verso successi sempre più grandi. Ai CANADA però, non piace tanto entrare nello specifico di ogni singolo video perché, come loro stessi dicono, più che di progetti singoli, la loro è una ricerca atta a scovare e rappresentare la bellezza e la verità. Direi che a proposito, stanno facendo uno splendido lavoro. (Foto di Alba Yruela).

Ciao ragazzi, piacere di conoscervi. Come state?
Nicolás Méndez: Ho appena terminato di filmare il mio primo cartone animato quindi, come puoi immaginare, sono la persona più felice sulla Terra.
Lope Serrano: Bene, grazie. Un po’ stanco. Ieri sera ho lavorato fino a tardi.
Luis Cerveró: Stanco, ma bene, grazie.

Quanti anni avete?
NM: 37
LS: 34
LC: 37.

Qual è la cosa migliore di essere voi stessi?
NM: Che faccio cartoni animati.
LS: I miei baffi.
LC: La cosa migliore è essere sposato con mia moglie.

E la peggiore?
NM: Che sono troppo vecchio per farli.
LS: Che li ho rasati l’altra notte.
LC: Non riuscire a vedere lei o qualsiasi cosa al mondo senza occhiali. Sono quasi cieco.


Mi dite come avete iniziato la vostra carriera cinematografica?
NM: Ho iniziato a scrivere serie tv e shows quando avevo 20 anni, mentre studiavo storia dell’arte. Dopo ho realizzato qualche corto e video musicale.
LS: Io ho studiato “Teoria del Film” all’Università e poi ho cominciato a lavorare in una tv locale, facendo qualsiasi cosa per sopravvivere. Probabilmente la mia passione per il cinema è nata a casa, aspettando il film settimanale del sabato sera alla TV. Mi ricordo chiaramente The Towering Inferno, The Great Race o The Party.
LC: Ho frequentato per tre anni una scuola di cinema a Madrid. Penso sia iniziato tutto da lì.

In quale ambiente siete cresciuti?
NM: Il migliore possibile. Mia madre dipinge, mio padre scrive e cucina e vivono in due differenti case. In quella di mia madre ci vive lei, i miei nonni, due zii, i miei due fratelli più grandi e un cane. Mangiamo sempre tutti insieme. Mio padre ha un ristorante e sta lì la maggior parte del tempo, quindi quando sto con lui, sono per molto tempo da solo e guardo gli stessi dieci VHS che ha di continuo o leggo comics zozzi.
LS: I miei genitori erano più giovani degli altri. A casa mia c’erano musica rock, radio e tv. La mia città era fredda d’inverno e calda d’estate, nel mezzo del nulla, ma la mia scuola era grandiosa, proprio nel bosco. Mi piace spesso ricordare la mia infanzia.

Com’è Barcellona (e la Spagna in generale) per un giovane filmmaker che vuole iniziare a lavorare nel cinema?
LS: Spagna e Barcellona non sono nulla più che la mia casa e quindi penso che sia una domanda difficile a cui rispondere. Non so se qui sia più facile o difficile che da altre parti. D’altronde, non mi ritengo più così giovane e forse il cinema non è esattamente il mio ambiente originario. Quello che posso dire è che sono circondato da un sacco di ottimi e brillanti colleghi. E ora la Spagna sta subendo una sorta di recessione economica paralizzante.
LC: Vivo qui da circa undici anni, al momento. Mi sono divertito, conosco ogni angolo, mi sono rotolato per terra dal ridere, ho pianto come un bambino, mi sono sentito sano e sexy, e brutto e miserabile, ho avuto amici e nemici, ho incontrato un sacco di belle donne e vissuto la città in ogni modo possibile. Quindi è come se Barcellona rappresentasse la mia vita dai 26 anni fino ad ora.


Lope, se dovessi descrivere la parola “amore” usando una sola immagine, come lo faresti?
LS: Con una pantera che vola tra le fiamme.

Che lavoro avresti voluto fare da piccolo?
LS: Di sicuro il calciatore.

Luis, se invece a te chiedessi di rappresentare la follia usando solo un’immagine, quale sceglieresti?
LC: Un gruppo di ragazzi vestiti di bianco che camminano come papere uno dietro l’altro.

Qual è il tuo ricordo più bello di quando eravate piccoli e andavi al cinema?
NM: Mia madre mi portava sempre a vedere film. Avremmo potuto vedere anche tre film alla volta. Guardando Singing in the Rain, una coppia del pubblico si alzò dalle sedie e iniziò a fare una bellissima danza nel corridoio. Mi piaceva andare in questa sala, che aveva il soffitto dipinto con tutti i volti di attori famosi e di personaggi classici del cinema. Da Buster Keaton a Bugs Bunny. Lo fissavo prima che le luci si spegnessero, cercando di nominarli tutti.
LC: Ne ho molti. Goonies, Gremlins, Indiana Jones mi mandavano tutti fuori di testa. Penso che il picco sia stato guardare come Han Solo cieco fosse capace di sfuggire alla morte all’inizio del Ritorno dello Jedi. Quella sequenza mi ha mandato fuori di testa, e saltavo letteralmente sulla sedia.

Come spieghereste ad un bambino qual è il lavoro dei CANADA?
LC: Facciamo “immagini in movimento” e proviamo a divertirci ogni singolo giorno.

Come vi siete incontrati?
LC: Ho incontrato Lope 11 anni fa. Ero terribilmente triste e solo, seduto su una scalinata. Si è semplicemente avvicinato e mi ha offerto di andare a prendere una birra o qualcosa del genere. L’ho amato da allora. Ho incontrato Nicolàs ad un ristorante illegale gestito da una tra le nostre amiche preferite, Juana Jimènez. Stava cucinando e noi stavamo mangiando e abbiamo fatto una breve chiacchierata. Il giorno dopo ci siamo rincontrati per qualche affare e l’ho trovato un ragazzo simpatico.

Lope, mi daresti una tua definizione di arte?
LS: E’ qualcosa di inaspettato e più chiaro di qualsiasi altra cosa.

Come organizzate il vostro lavoro?
NM: Davvero male.
LS: E’ una sorta di caos organizzato, tra picchi di divertimento e profonde vertigini.

Cosa avete in comune?
NM: Condividiamo lo stesso gusto per parecchie cose.

Lope, mi diresti cosa ami di più dei film di Luis?
LS: E’ chiaro, lucido, espansivo e accurato. Ma dietro tutto questo, è capace di trovare una bellezza ed uno humor dolce allo stesso tempo. Il suo senso di cosa sia la bellezza e la verità per me è davvero centrato.

E tu Nicolas di Lope?
NM: Di certo il senso di far vivere le cose non concluse.

E tu Luis di Nicolas?
LC: Beh penso che sia la passione che mette nei suoi progetti. E’ totalmente ossessionato dall’inquadratura e da molti dettagli riguardo alla ripresa, e lo puoi dire guardando i suoi lavori. Non che sia un maniaco del controllo o un perfezionista, è solo che è completamente svitato, filma proprio come il suo cane rosicchia un osso.

Un artista che ti ha ispirato particolarmente, Nicolas?
NM: Adoro i film con Adam Sandler.

Nicolas, mi racconteresti come è nata l’idea per il video Bombay di El Guincho?
NM: Pablo (El Guincho) mi ha raccontato di come la canzone fosse come una lettera per una ragazza con cui era stato. Ma anche di come il concept girasse tutto attorno al concetto di Alta Fedeltà nel suono. Questo ha portato l’idea del disco d’oro, come immagine simbolica di quell’alta fedeltà, mentre la lettera ci ha condotti alla figura del gold-plated audiovisual disc lanciato con il Voyager 1 nel 1977, insieme ad un sacco di immagini e suoni che avrebbero raccontato il mondo, in caso gli alieni lo avessero trovato. Dunque sembrava una buona idea avere Pablo che registrava un sommario video sul mondo in una cassetta d’oro e che la spedisse a una ragazza d’oro.


E per Invisible Light?
NM: Ho da sempre voluto riprendere una ragazza ipnotizzata e mostrarne tutte le contraddizioni. Questo era un modo per farlo. La “invisible light” potrebbe essere la rivelazione della verità, attravero le immagini sovrapposte.

Usi spesso i tuoi incubi per i concept dei tuoi video?
NM: Certo. Il mio sogno più ricorrente è che non posso tornare a casa. In molti modi. Qualche volta è qualcosa che mi impedisce di avvicinarmi alla porta, altre volte è la porta che non esiste.

Guardando i tuoi video Nicolas, mi è spesso sembrato di vedere una “video-poesia”, ovvero un mix tra testo e musica, come se traducessi in immagini le sensazioni che la musica ti dà… E’ una pippa mentale?
NM: No. Mi approccio molto seriamente ai video musicali e apprezzo un casino la tua interpretazione.

Quale camera usate solitamente?
NM: Qualsiasi 16mm o 35mm. Dipende dal budget e dal progetto stesso. Abbiamo smesso di usare una Arri SR3 con lenti Cooke. Personalmente adoro la Aaton.
LC: Io una Arriflex SR3.

Ho intervistato abbastanza registi indipendenti e la maggior parte di loro dice di lavorare con budget ridotti. E’ anche il vostro caso? Qual è per voi il significato di “indipendente” nell’arte?
LC: Sì, vale lo stesso per noi. Indipendente significa non dover ascoltare l’opinione di nessuno riguardo a quello che stai facendo.

Quale credi sia il migliore lavoro che hai fatto fino ad oggi, Lope?
LS: L’ultimo, girare un commercial. E’ stato il meglio perché ero coivolto in un sacco di decisioni e abbiamo saputo prenderle.

E il tuo Luis?
LC: Il video musicale Alegrìas del Incendio. Il video è venuto bene, e lì ho incontrato la mia futura moglie.

Mi dite come nasce un vostro video?
LS: Qualche volta è una scintilla che non puoi prevedere quando arriva, qualche volta vorresti sempre più tempo.
LC: Beh, comunque tutti, o il 98%, nascono perché qualcuno ci ha chiesto di farli.

Con chi vi piacerebbe lavorare?
NM: Qualsiasi progetto in cui siano coivolti Jack White, Nick Cave o Ray Davies. Perché sono compositori.
LC: Lindsay Lohan. La amo così tanto.

Artisti/registi da cui traete ispirazione per i vostri lavori?
LS: Jean Luc Godard, David Lean, Steven Spielberg, Eric Rohmer, Harmony Korine, FF Coppola… ce ne sono un mucchio!
LC: Vittorio de Sica, Jean Luc Godard, Jonas Mekas, Kenneth Anger, Harmony Korine, David Fincher, Roman Coppola, Russ Meyer.

Nicolaz, se potessi, che tipo di lungometraggio di piacerebbe realizzare?
NM: Qualcosa di simile a Bambi.

Il miglior videoclip di tutti i tempi?
LC: Heroes di David Bowie. E’ semplice, iconico e lo puoi guardare dieci milioni di volte senza stancartene. Certamente la canzone aiuta molto.

Quali sono oggi le difficoltà per giovane di talento nel fare un film? Pensate che una persona possa fare un film senza aver mai usato una cinepresa o frequentato una scuola di cinema?
LC: Bisogna affrontare se stessi. Sapere se le tue idee sono buone o cattive. E sì, chiunque può fare un film.

Siete felici?
NM, LS e LC: Sì, certo.

Cosa farete dopo questa intervista?
NM: Non lo so, ti posso dire tutto quello che avrei da fare: finire dei trattamenti/comperarmi delle mutande/anche dei calzini/rispondere alle mail/portare a spasso il cane/tagliarmi i capelli/sistemare il mio telefono rotto/chiamare mia madre/chiamare mio padre/tagliarmi ancora i capelli/andare in banca/trovare un nuovo appartamento.
LS: Lavoro, purtroppo…
LC: Ho 46 mail in inbox. Quindi leggerle, immagino.

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