mercoledì 20 aprile 2011

Habemus Papam

di Nanni Moretti (in sala dal 15/04/2011). Ci mancava Nanni Moretti, dite la verità... Cioè, a me mancava un sacco... Era tanta la paura che i morettiani avevano nei confronti di questo film: come farà il buon Nanni a fare un film cinico e laico dei suoi, ma riuscire a farsi distribuire in Italia senza che la Chiesa lo metta al patibolo? Le accuse sono arrivate lo stesso da più fronti: chi non lo ha ritenuto abbastanza laico, chi dice che non ha saputo prendere posizioni, chi... chi... Moretti invece ha saputo fare un film stupendo, che tratta il tema religioso dal punto di vista umano in modo non banale, delicato e fedele al suo modo di fare cinema. Habemus Papam non è un film né pro né anti Chiesa, non è un film di critica o denuncia. E' una pellicola lontana dalle famose tematiche politiche morettiane, una storia in cui il regista riesce ad entrare in punta di piedi, in cui non rinuncia alla sua famosa ironia, ma non eccede.


E' la storia di un uomo comune che vede piombarsi addosso una responsabilità che lui sente troppo alta per le sue capacità, un volere che gli ripetono essere voluto dall'Alto (e per cui quindi non potrà fallire) ma che lui sente essergli dato da altri uomini come lui (che infatti, nella bellissima scena in cui si "sentono i pensieri" durante la votazione durante il Conclave, temono il suo stesso destino e pregano perché "non siano loro i prescelti"). Moretti è bravo a dipingere la solitudine di un uomo, il suo disperato bisogno di fuggire da un destino che non vuole, ma che sembra non poter rifiutare. Una bellissima scena in questo senso è quando il Papa, interpretato da uno straordinario Michel Piccoli, sotto mentite spoglie si reca da una psicologa e alla domanda "che lavoro fa?" risponde "L'attore" (che poi è anche una sua passione di gioventù). 


Habemus Papam è un film talmente vero sulla religione, che al posto di separare i "non credenti", credo che in un certo senso li avvicinerà. Il Papa di Moretti non mette in dubbio un solo istante la sua fede, ma è un essere umano in grado di riconoscere i propri limiti, una figura che per la sua umiltà e mancanza di coraggio sa di appartenere al gregge, ma che non potrà mai guidarlo. E' una pellicola sulla dignità umana. Non fa morali, non dà giudizi, ma ne svela un lato che troppo spesso viene dimenticato della religione. Ci sembra solo dire che ogni uomo può scegliere il suo destino: chiunque esso sia. Un film che ci fa sorridere e riflettere sulle debolezze umane, perché come dice l'analista interpretato dallo stesso Moretti nel film, mentre sta facendo giocare i vescovi a pallavolo, è che la verità per cui Darwin ci ha lasciato, è che nulla ha un senso. Da vedere.
VOTO: 8

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