martedì 15 marzo 2011

A Woman, a Gun and a Noodle Shop

di Zhang Yimou. La pellicola di Yimou (Hero, La Foresta dei Pugnali Volanti, La Città Proibita) non approderà nelle nostre sale, ma avrete l'occasione di vederlo a Milano durante la 21ma Edizione del Festival Cinema Africano, Asia e America Latina, che si terrà dal 21 al 27 Marzo, a cui consiglio vivamente di parteciparci perché un film del maestro cinese va visto sul grande schermo per essere gustato appieno. Dichiaratamente ispirato al primo film dei Coen, Blood Simple, A Woman, a Gun and a Noodle Shop trasferisce la vicenda in Cina, dove il regista riesce a giocare meglio le sue carte vincenti: la recitazione quasi teatrale, l'uso di mirabolanti scene di combattimento, una fotografia mozzafiato e che spezza l'animo assolutamente dark che aveva l'originale made in U.S.A. Non solo, Yimou fa un film che ondeggia di continuo dal divertimento (che troviamo soprattutto nei dialoghi, nella caratterizzazione dei personaggi e in alcune scene come quella iniziale della preparazione dei noodles) alla violenza più cieca e cruenta (il sangue c'è, anche se si vede poco, ma le scene di massacro sono mostrate in modo crudo). A Woman, a Gun and a Noodle Shop è un thriller in piena regola, su cui il regista lavora benissimo nella costruzione della tensione, accentuando tutti quei piccoli giochi di silenzi e discrezione che caratterizzano in cinema orientale, ma senza dimenticarsi del suo modo di fare cinema e di dare una veste nuova a questo racconto che nelle sue mani diventa quasi la narrazione di un mito, di una di quelle classiche storie familiari in cui una concatenazione di avvenimenti fortuiti e fraintendimenti, porta con sé un destino funesto. Se non passate da Milano, tentate comunque di recuperarvi il film. Avrete di che divertirvi e sconvolgervi.
VOTO: 7½

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