lunedì 14 febbraio 2011

The Green Hornet

di Michel Gondry (in sala dal 28/01/2011). I gondryniani "puristi", sono pronta a scommetterci, avranno storto il naso davanti a questo film che, del Michel che amiamo, di patina e atmosfera, ne ha davvero poco. Tra i tanti supereroi che questa stagione cinematografica ci promette di risfoderare, quello proposto dal regista francese è indubbiamente tra i meno noti, visto che vide la luce nel 1936 (udite, prima di Superman, che nacque nel 1938) attraverso i racconti radiofonici di Al Hodge, per poi passare sia ai fumetti che in serial tv. Gondry, come dicevo, fa un film che della sua anima ha ben poco, ma spesso il pensare che sia il prodotto di una firma così nota, ci fa perdere di vista    un punto che invece non è trascurabile: in film come questo è meglio che l'autoralità del regista venga messa in secondo piano a favore della narrazione. Perché se Green Hornet fosse stato "un film di Gondry", forse non ci avrebbe divertito così tanto. E invece il regista è bravo, perché ogni tanto non ci vuole far dimenticare che comunque è lui a tirare le redini del gioco, abbozzando fumetti o nell'introduzione (Britt Reid da piccolo), ma rendendosi invisibile come un vero supereroe. Gondry mette in scena un film davvero tamarro e esilarante, aiutato dal sempre spassoso Seth Rogen, nelle veste del rampollo sfigatissimo di casa Reid (e che troviamo anche alla sceneggiatura), ma supportato soprattutto dall'incredibile interpretazione di Jay Chou in quella di Kato, il maggiordomo prodigio, vera anima-forza-intelligenza del duo, fan di Bruce Lee (nella serie tv anni '60 degli Hornet era proprio Lee ad interpretare il personaggio di Kato). 
Non pensavamo che il romantico Michel potesse essere così violento e quindi ci stupiamo divertiti in scene come il faccia a faccia tra James Franco (piccolo malavitoso) e Christoph Waltz (il cattivo), oppure la lunga rissa tra i Britt e Kato.  
Inutile dire che mi sono divertita per due ore, ma in modo intelligente.
VOTO: 7½

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