mercoledì 2 febbraio 2011

Another Year


di Mike Leigh (in sala dal  4/02/2011). Leigh non è uno di quei registi facilmente digeribili, ma che dà una soddisfazione infinita. La sua bellezza sta nell'essere fortemente aggrappato alla realtà, con tutta quella che può essere la sua veste imprevista e tragica. Another Year, come lo dice il titolo stesso, si sviluppa nell'arco temporale che copre un anno - dalla primavera all'inverno - e racconta la storia di una coppia ormai anziana, ma molto felice, e delle disavventure con cui si scontra a causa di amici e parenti con cui progressivamente viene a contatto. Il motivo di disperazione di queste persone, sta fondamentalmente nell'essere rimasti soli e nella consapevolezza di non avere più un'età facile per intrecciare rapporti e far nascere i sentimenti che si vorrebbero. Dal figlio della coppia che a trent'anni vede tutti gli amici sposarsi mentre lui è ancora single e per questo sente il peso del tempo, all'amica della donna che si crede ancora giovane e attraente, ma è disperata perché non ha un compagno (anche qui ricorre inesorabilmente il tempo, che le ha messo i bastoni tra le ruote: si era sposata a vent'anni per poi divorziare e averne trenta quando si era innamorata davvero, ma di un uomo sposato), al fratello del marito a cui muore la moglie e improvvisamente capisce di non avere uno scopo (nulla da esprimere). Il protagonista assoluto di questa ordinaria e preziosa storia, splendidamente raccontata dal regista, con uno sguardo sempre attento e profondo sui suoi protagonisti, maschere tragicomiche della vita, è quindi - come accennato - il fattore temporale. Questo viene scandito dall'alternarsi delle stagioni - i quattro "capitoli" in cui il film è diviso - e marcato dalle scene nell'orto che possiede la coppia, solitamente in apertura di ognuna delle sezioni e metafora dell'amore che i due hanno sapientemente coltivato per tutto il corso della loro vita (a differenza dell'amica della donna che dice che dice di voler bene al suo giardino, ma poi non ci bada). Ogni giornata, settimana, mese e poi anno è scandito dalla routine, che per alcuni (la coppia) è motivo di conforto e serenità, per altri è una sicurezza a cui è difficile rinunciare per non sentirsi "mancare la terra sotto i piedi" (l'amico Ken), mentre per altri è un elemento che gli rema contro (l'amica della donna, Mary). Da una parte quindi abbiamo un personaggio fortemente legato al suo passato, mentre dall'altra una che si perde nell'illusione del futuro. Leigh quindi ci sembra dire che l'importante sia non pretendere troppo dalle proprie esistenze, di limitarsi a scoprire cosa ci faccia stare bene e, anche se fossero piccole cose, momenti all'apparenza insignificanti, della vita di tutti i giorni, di viverle godendosele e facendolo step by step, nel proprio presente. 
VOTO: 8½

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