lunedì 10 gennaio 2011

Hereafter

di Clint Eastwood (in sala dal 5/01/2011). Ho visto questo film qualche giorno fa, dopo che ne avevo atteso a lungo l'uscita. Eastwood che parla di morte? Sarà ormai il peso della vecchiaia che si sente sulle spalle, ma dopo "essersi ucciso" come personaggio e attore in Gran Torino, ci aspettavamo che un giorno o l'altro probabilmente ci sarebbe arrivato.
Ho aspettato qualche giorno per parlarne, ma volevo assorbirlo a sufficienza per essere obiettiva, arrivando alla conclusione che Hereafter probabilmente è il meno riuscito degli ultimi film del regista. 
Nonostante la critica si sia sbracciata entusiasta (a mio modesto parere, quando ci si approccia a certi "nomi sacri" ormai non c'è più l'obiettività di recensione), il film di Eastwood è per stile e trama forse un'opera che più ci saremmo aspettati da Steven Spielberg (che quindi non ci stupiamo di trovare tra i Produttori Esecutivi): una storia ad intreccio che in sé poteva essere ben sviluppata, ma che viene amplificata a dismisura dagli effetti speciali e dall'inserimento forzato di tematiche d'attualità. Lo Tsunami nella storia della giornalista francese e gli attacchi alla metropolitana di Londra in quello del bambino sono un po' buttati lì, non spiegati e poco contestualizzati, in un film che non ne necessitava. La regia sensibile ed emotiva di Eastwood, d'altra parte, trasforma la materia narrativa in qualcosa di superbo, riuscendo comunque a raccontare una buona storia allo spettatore, che però non uscirà dalla sala completamente soddisfatto. Troppo inchiodato nella sua struttura, Hereafter è ben sviluppato nello svolgimento separato delle tre storie, per poi essere brutalmente e poco originalmente finito nell'intreccio. Forse preferivamo un Clint più classico, quello che gioca con le emozioni in modo più intimo, scherzandoci anche, che non quello così formale e patinato. Prendiamolo come un buon segno... Forse per lui non era arrivato ancora il momento di parlare di morte...
VOTO: 6

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