mercoledì 17 novembre 2010

The Last Exorcism

di Daniel Stamm (in sala dal 3/12/2010). Che ci potesse essere qualcosa di buono in questo film, lo si capisce dal fatto: 1) è prodotto da Eli Roth - sì quello di Hostel: che piaccia o meno Roth sa come "uccidere" il suo pubblico; 2) verrà proiettato nella Sezione rapporto confidenziale - Fuori Concorso al Torino FF (e Torino in fatto di horror ne capisce... L'anno scorso era stato proiettato lì il gioiellino The Loved Ones di Sean Byrne). Il titolo The Last Exorcism non si riferisce al fatto che questo sarà l'ultimo film sugli esorcisti che vedrete (in molti casi direi... magari!) ma a quello che ha come protagonista un prete "pentito" che vuole cambiare vita. Il Reverendo Cotton Marcus è da quando è un bambino che compie esorcismi, più un rito psicologico, che religioso. E' una sorta di pacchianata teatrale che mette in scena, con tanto di effetti speciali, con cui la gente - soprattutto quella un po' credulona delle campagne americane - crede che il demonio se ne sia veramente andato e quindi incomincia a star meglio. In seguito alla morte di un ragazzo per colpa di un esorcismo scoperto su un giornale, decide di smettere, ma prima vuole documentare come a tutti gli effetti gli esorcismi siano una panzanata. Si recherà alla fattoria di Louis Sweetzer convinto di fare una passeggiata di salute, con una troupe tv pronta a documentare tutto... ma non sa quello che lo attende!
Da The Blair Witch Project a Paranormal Activity, ci mancava solo L'Esorcista realizzato con riprese a metà tra reportage e documentario: qui il punto di vista è sempre quello dell'operatore della troupe tv, che sentiremo parlare, ma non vedremo mai in viso. Ma se lo stile narrativo è abusato, la trama ci riserva delle sorprese. Diviso in tre blocchi (1-inizio con presentazione del prete che spiega chi è e l'obiettivo del documentario; 2-centrale, con arrivo alla fattoria, primo esorcismo e ribaltamento; 3-conclusione, con ulteriore ribaltamento), si accusa la pesantezza del "già visto" solo a momenti del corpo centrale, mentre nel resto del film ci divertiamo a farcela nella mutande e il bello è che Stamm non abusa di contorsioni articolari, violenza fine a se stessa e vomito verde. La tensione viene lasciata a situazioni e silenzi, oltre che alla bravura della demoniaca Ashley Bell. Non tra i film dell'anno di sicuro, ma chi ama il genere avrà di che divertirsi.
VOTO: 6

Nessun commento:

Posta un commento