lunedì 27 settembre 2010

La Solitudine dei Numeri Primi

di Saverio Costanzo (in sala dal 10/09/2010). Ci sono due generi di spettatore che si avvicinano a questo film: chi ha letto il libro (e la maggior parte lo ha pure amato) e chi non l'ha letto. Io faccio parte del primo gruppo, anche se non posso certo dire che ne sia rimasta entusiasta. Ci sono quindi due modi di guardare il film di Costanzo. Probabilmente chi non ha letto il romanzo uscirà dal cinema soddisfatto, apprezzando la storia al di là della sua messa in scena. 
Costanzo, con l'aiuto dello stesso Giordano alla sceneggiatura, dirotta la narrazione su tematiche ed estetiche più dark rispetto a quelle del libro, scegliendo di raccontare il dolore dei due protagonisti, quello che si portano dentro, nelle varie età della loro vita. Il problema è che si dimentica di raccontare i suoi protagonisti, tralasciandone completamente l'aspetto psico-emotivo, quasi dando per scontato che lo spettatore sappia di cosa si sta parlando. Risultato: ci si trova catapultati in continui stati d'angoscia-ansia senza però immergersi nel dolore di Alice e Mattia, guardandoli da lontano senza capire completamente cosa vivono, agitandosi ma senza rimanere commossi. A non aiutare ulteriormente è la scelta di non raccontare la vicenda nel suo sviluppo temporale - come era nel romanzo - ma di giocare con un montaggio alternato di situazioni e anni (così che ad esempio gli incidenti scatenanti non siano all'inizio, ma verso la fine della pellicola): un modo per volersi allontanare dal successo cartaceo, ma dal risultato abbastanza confuso.
Tutti sanno che lavorare alla trasposizione cinematografica di un testo particolarmente amato sia difficile, ma tentare di rimanere fedeli al libro, cercando di azzardare dei blandi tocchi autorali, non funziona. Quello che ci stupisce è che alla sceneggiatura ci abbia lavorato lo stesso scrittore che non so come abbia potuto tagliare così alla rinfusa pagina e momenti salienti... Si è tanto parlato sui giornali di queste benedette scene sull'anoressia di Alice... Ma allora dove diavolo sta tutta la parte - ben sviluppata nel romanzo - del suo rapporto col marito? Quello che voglio dire è "se lo metti lo spieghi, altrimenti lasci perdere". 
Chiariamo: il film di Costanzo non è una sacrosanta merda (l'interpretazione degli attori ad esempio è ottima), anzi... ma sicuro avrebbe richiesto un po' più di analisi e studio attento, per farlo più suo e per farlo trasparire al suo pubblico. 

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