lunedì 19 luglio 2010

The Killer Inside Me

di Michael Winterbottom. Pensavate che finalmente mi ero trovata un altro lavoro? Ma va là... sono semplicemente andata in vacanza tre settimane... che figata! Il mio peregrinare quest'anno mi ha portato a NYC dove tra il lungo camminare e abbuffate di ogni schifezza immaginabile (la cheesecake all'Oreo che cosa non è?), ho anche volutamente trovato il tempo di andare al cinema (tra cui una serata no stop all'IFC Center... quando mi ricapiterà?). Oggi vi propino una delle pellicole che ho visto, ultima della serata che passato all'IFC. Onesta, quando sono uscita non ho parlato per dieci minuti, ma non perché mi avesse fatto schifo, quanto per la costruzione spiazzante della figura del protagonista. La sceneggiatura è tratta dall'omonimo testo di Jim Thompson (1952), celebre autore pulp, e racconta la strana storia di questo sceriffo di una periferia texana che inizia una relazione extraconiugale al limite del sadomasochismo con una prostituta (interpretata dalla bellissima Jessica Alba). Man mano che la relazione tra i due diventa sempre più intima, emergono anche inquietanti dubbi sul passato del protagonista (Lou Ford,interpretato da un folle Casey Affleck), che fanno solo da preambolo allo scoppio della sua pazzia e alle inaudite violenze che inizia a compiere.
Winterbottom costruisce un buon film, a metà tra thriller e noir, non tirandosi indietro dal mostrare allo spettatore in tutta la sua cruda forza le scene di pestaggi e crudeltà gratuita. Ci svela un pezzo per volta, durante il procedere volutamente lento del racconto (perché poi quando Lou dà via di testa salti sulla poltrona), la sua pazzia crescente. 
Vi dico... uno degli amici con cui sono andata si è sdraiato sulla poltrona con tanto di candela al naso dopo i primi tre quarti d'ora e anch'io ogni tanto uno sbadiglio di troppo l'ho tirato perché ci sono dei picchi statici un po' troppo tirati per le lunghe; così come il fatto che chi ama Thompson qualcosa da dire l'avrà di sicuro... per non parlare del finale, di cui non accenno nulla, ma di cui non ho apprezzato la messa in scena. In generale comunque un prodotto interessante, con una buona fotografia, buoni dialoghi e forse più incentrato sull'evoluzione psicologica del suo protagonista che non sulla storia in sé.


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